Dopo il lockdown, nei mesi estivi c’è stata una ripresa delle compravendite, ma resta difficile fare previsioni sia per l’autunno che per il 2021.
Tutto sommato, alla fine, è andata meglio delle previsioni. Giugno e luglio sono stati mesi di grande recupero. Ma la vera incognita è la situazione economica in autunno. Cosa succederà a settembre? Sono un operatore tradizionalmente ottimista, tuttavia navigo anch’io a vista a vista in questo scorcio di fine anno in quanto si vedono pochi punti fermi anche sul 2021.
Analizziamone alcuni insieme:
i tassi sui mutui sono ai minimi, il Superbonus vale anche per le seconde case, e quindi?
Il costo dei mutui è a livelli minimi da 4-5 anni e non c’è stata la corsa all’acquisto, se non un lenta e progressiva crescita solo delle vendite e non dei prezzi fino a prima della epidemia.
La domanda immobiliare è sempre costituita da chi aspira a un miglioramento abitativo, cambia in generale per varie esigenze (chi si sposa, chi si trasferisce per lavoro. Chi compra per mettere a reddito rappresenta a mala pena il 20% del mercato. Se il mercato degli investimenti, al momento, si è fermato, bisogna capire quale spinta avrà la domanda immobiliare migliorativa di tradursi in acquisti in questo clima di crisi economica.
Cosa è cambiato nella richiesta di case?
La domanda immobiliare già è cambiata durante la pandemia. Ora si cercano case con terrazzo o giardino e si è disposti anche a comprare in un quartiere periferico pur di avere una stanza in più. La domanda si concentra su case cablate e adatte a una condivisione di lavoro e vita quotidiana. Gli spazi per i servizi comuni assumono sempre più valore, seppur rivisti con lo sguardo rivolto al distanziamento sociale. Di conseguenza, molti costruttori stanno riprogettando le iniziative immobiliari in questo senso. D’altronde, solo in Italia, nelle settimane successive al lockdown, il valore degli immobili con terrazzo o giardino è aumentato dell’8% ed è crollato per quelle abitazioni che ne sono prive.
I prezzi caleranno?
Dipende dalle realtà. Probabilmente nei piccoli centri si e nell’usato. Salerno è una piazza con queste caratteristiche. A Milano, Roma e nelle città d’arte no. In generale, anche in situazioni di crisi, l’abbassamento dei prezzi non è mai immediato. Se non ha fretta, il proprietario cerca di resistere e non abbassa il prezzo. Attende. Mentre sui canoni d’affitto gli effetti sono immediati. Chi vuole mettere a reddito ha fretta di affittare. Se le controparti offrono meno, sarà il locatore ad adattarsi. Il canone è più facilmente negoziabile
Cosa succederà alle locazioni?
Oggi nelle città c’è molta offerta e poca domanda. A settembre, con la riapertura delle università e il ritorno al lavoro le cose potrebbero cambiare. La pandemia ha anche cambiato le priorità. Per anni si sono affittati mono e bilocali. Oggi i locatari cercano più spazio e più verde. E poi c’è lo smartworking, che ha fatto sfumare il primato della prima casa e aperto, soprattutto in piccoli centri che vivevano solo di turismo stagionale, purché adeguatamente cablati, di vivere una nuova stagione.